GARA 1 e 2 DA DIMENTICARE PER L’ITALIA CHE AD ASSEN FATICA
Da contraltare alla performance di
Sikes e delle Aprilia, in difficoltà sono gli italiani e le Italiane, la
debacle inizia dal giro di Warm Up Lap con Marco Melandri che a poche curve dai
box viene appiedato dalla BMW, la trasmissione finale che si rompe, catena
saltata e addio alla gara. Melandri hai box è furibondo per il comportamento
dei Marshall che invece di aiutarlo a rientrare ai box, come consentito dal regolamento,
lo portano a bordo pista precludendogli la partenza. In gara due la BMW numero
33 è in pista ma la sostanza non cambia, passano pochi giri e Marco rientra ai box, gli
cambiano lo pneumatico posteriore, forse fallato, e anche gara 2 per Marco
rimane una gara da dimenticare. Il ravennate è decisamente poco fortunato, e
chi ci rimette infondo è lo spettacolo, Assen escluso.
Altri risultati magri
per Fabrizio e Giuliano entrambi che nel corso del weekend avevano fatto
sperare in buoni risultati per la gara, Fabrizio in gara 1 e 2 è disperso, e
Giuliano dopo una partenza arrembante verso metà gara perde il filo del
discorso, probabilmente perdendo la concentrazione, errore che gli costa molto
in termini di tempo e posizioni al traguardo, un peccato perché Giuliano
sembrava poter tenere il passo del terzetto per il podio. In gara 2 ancora
nulla di fatto, con Davide che cade, dopo essere partito molto bene e mantiene
un ottimo passo, tanto da poter aspirare a chiudere a podio, ma l’avantreno lo
tradisce e la sua Aprilia finisce nelle vie di fuga, con incredibile incendio
della moto. Le italiane sono le Ducati, inizialmente Checa sembra poter fare
una buona prestazione, purtroppo sia in gara uno e che in gara due, la Panigale
soffre moltissimo. Si fatica a capire quali siano le potenzialità della
Panigale SBK, più di tutto in virtù delle differenze degli ultimi due tracciati
come lo sono Aragon e Assen, il primo con molte curve con ripartenze a bassa
velocità, dove serve trazione e un buon motore, e qui ad Assen, pista tecnica e
con curve veloci dove contano di più stabilità e scorrevolezza sulle curve
mediamente veloci. Insomma il divario è ampio, ed è difficile capire quanto e
dove potranno migliorare in casa Ducati. La speranza è l’ultima a morire e il
campionato SBK è ancora lungo… non resta che sperare per il meglio per l’Italia
dello sport a due ruote.
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